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Piccoli successi
Lo sa bene Patrizia Ciaramella, 33 anni, orientatrice al centro per l'impiego di viale Jenner. «Sono qui da un anno e ho incontrato profili molto alti espulsi da tempo: è davvero difficile aiutarli a ritrovare la motivazione, c'è un vuoto di informazioni, sono tantissimi quelli che non conoscono le opportunità di reinserimento». Ma ci sono anche i giovani laureati con master, che si scoraggiano dopo i primi cv inviati ai siti di recruiting online andati a vuoto «senza sapere - spiega Patrizia - che le percentuali di risposta in questi casi sono molto basse». E poi ci sono i disperati, che non riescono neanche a pagare la bolletta della luce. «Una signora ci ha chiesto dei soldi - ricorda Tiziana Alberti - e c'è stato anche un uomo molto arrabbiato che voleva a tutti i costi che noi gli trovassimo un lavoro minacciando di ribaltare il bancone». In questi casi è inutile mettersi a parlare di politiche attive del lavoro: «L'unica strada è affidarli ai servizi sociali».
Per fortuna, qualche storia a lieto fine allevia il senso di frustrazione che attanaglia gli operatori. «Proprio in questi giorni - conclude Patrizia - un ragazzo del Gambia inserito nei percorsi di formazione per disoccupati è stato assunto da una scuola privata dove insegnerà francese: è arrivato in Italia una decina di anni fa con una laurea e un master in lingue ed è riuscito a trovare solo come operaio, poi il licenziamento e ora, finalmente, un incarico adeguato alla sua formazione». E gli occhi di Patrizia sorridono.
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